Sin dall’inizio della vita della Chiesa vi sono stati fedeli, uomini e donne, che hanno dedicato tutta la loro vita alla sequela del Signore, in una vita «consacrata» al suo servizio. Nei secoli vi è stata la nascita di molte forme di essa, suscitate dallo Spirito santo a cui fondatori è fondatrici hanno dato ascolto per iniziare molteplici istituti vita consacrata.
Prima la nascita della vita monastica sia maschile che femminile, sia eremitica che cenobitica, poi sono sorti gli istituti di canonici regolari, gli ordini mendicanti, le congregazioni religiose e infine gli istituti apostolici di vita comune (le società di vita apostolica) e gli istituti secolari. Dopo il concilio Vaticano II sono nate anche molte «nuove» forme o meglio comunità di vita consacrata e molteplici sono le associazioni di fedeli nelle quali si assumono i consigli evangelici.
Se inizialmente gli istituti di vita consacrata si sono sviluppati soprattutto in Europa, con il passare del tempo, molti di essi hanno raggiunto tutto il mondo e contribuito in varie parti alla implantatio Ecclesiae nel mondo, con la relativa diffusione dei rispettivi carismi di vita consacrata nei medesimi territori.
Mentre inizialmente sono stati i religiosi europei ad andare in terra di missione, da alcuni decenni sono i religiosi e i consacrati che provengono dalle terre di missione che contribuiscono a continuare la presenza di un istituto di vita consacrata nei luoghi in cui sono stati fondati.
Negli ultimi decenni, tale circolarità ed anche i notevoli cambiamenti culturali avvenuti nella nostra società, hanno contribuito a rendere più autentica la vita consacrata ma è anche sempre più diffuso il fenomeno degli abbandoni della vita consacrata.
Preoccupati di tale cosa e per offrire un prezioso contributo di riflessione sulla vita consacrata, il Dicastero per gli istituti di vita consacrate le società di vita apostolica ha dedicato diversi anni di riflessione su di essa, tramite la rivista Sequela Christi e producendo alcuni documenti su diverse tematiche (Annunciate, Contemplate, Rallegratevi, Scrutate, Per vino nuovo in otri nuovi, Economia a servizio del carisma e della missione) fino ad emanare nel 2020 il documento Il dono della fedeltà, la gioia della perseveranza. Manete in dilectione mea (Gv 15,9).
Il presente fascicolo, sulla «tutela della vita consacrata», vuole offrire ai lettori una analisi e una riflessione sugli elementi, i soggetti, i mezzi e le procedure che nel diritto universale sono strumenti a tutela, difesa e custodia dei consacrati, nel loro rispondere con fedeltà alla chiamata alla consacrazione: tutto ciò a partire dal dettato codiciale, dai documenti ecclesiali e con riferimento al documento dicasteriale.
Il contributo di Rava riflette sulla tutela della vita consacrata negli istituti religiosi, analizzando come essa debba essere attuata dai vari soggetti ecclesiali coinvolti nei confronti dei singoli consacrati e degli istituti dove si professano i consigli evangelici (in particolare il capitolo generale, i superiori e i formatori) e quali strumenti il Codice e i documenti ecclesiali prevedono. Una particolare attenzione e una lettura trasversale viene data dall’autore al documento dicasteriale suddetto, dal quale si può ricavare una sincera e precisa lettura attuale della vita consacrata.
L’articolo di Franchetto si concentra sulla dimensione della vita fraterna in comune sempre nell’ottica della sua tutela, come un elemento strutturale della vita consacrata, in particolare di quella vissuta negli istituti religiosi. L’autore fa emergere tutti gli strumenti giuridici o meno e parimenti i soggetti previsti dal diritto universale, atti a tutelare e favorire la vita comunitaria. Nel contributo si analizzano inoltre alcune modalità di separazione dalla vita fraterna (assenza dalla casa religiosa – legittima e illegittima – e l’esclaustrazione) con particolare attenzione al can. 694 § 1, 3 che tratta dell’assenza illegittima di un religioso e la sua contestuale irreperibilità, una novità legislativa introdotta da papa Francesco nel 2019.
Tra gli strumenti disciplinari a tutela della vita consacrata, in particolare per gli istituti religiosi, vi è la dimissione, un procedimento di natura amministrativa che, contro la volontà del consacrato, sancisce la fine dell’incorporazione nelle varie forme di consacrazione. Perlasca tratta nel suo contributo ampiamente di tale strumento giuridico, provvedimento con cui, in seguito a comportamenti ben delineati nei can. 694-696 – con altri previsti dal diritto proprio – e non conformi alla forma di vita professata, si tutela la vita consacrata in quanto tale, il buon nome dell’istituto e, in non pochi casi, la stessa persona interessata.
La seconda parte del fascicolo comprende anzitutto la pubblicazione di un prospetto di procedura amministrativa, dedicato quest’anno al precetto penale. Il prospetto, in allegato alla rivista, è introdotto da una breve presentazione all’interno del fascicolo. Viene inoltre pubblicato un articolo che mette a confronto la legislazione canonica e civile circa il luogo di celebrazione del matrimonio (Story), facendo emergere come in entrambe le legislazioni questo non sia a libera discrezione dei nubendi, dovendo corrispondere anche ad alcuni criteri bene identificati; il contributo si pone in linea con un altro articolo dello stesso autore, pubblicato in altra rivista nel 2022. Un ulteriore contributo (Billeri) riguarda il commento al can. 1182, concernente il registro dei defunti. Inoltre, per la rubrica Documenti recenti della Sede Apostolica, sono presentati i documenti emanati nel 2022. Conclude il fascicolo la presentazione generale del corso dedicato alla tutela penale nella Chiesa, con la cronaca delle giornate (Billeri), tenutosi nell’agosto 2023 a cura della redazione della Rivista.
